BIKE-NEWS! Conosciamo lo stretching: tipologie, proprietà e benefici!

Dic 18 2012

BIKE-NEWS! Conosciamo lo stretching: tipologie, proprietà e benefici!

Tutti noi abbiamo fatto stretching almeno una volta nella nostra vita, forse alcuni lo hanno trascurato, altri invece, i più meticolosi, lo continuano a fare anche se magari non lo effettuano in maniera corretta e funzionale.

Negli anni la visione dello stretching, che in inglese significa allungamento o stiramento, è cambiata ed esistono molti pareri in contrasto tra loro. In quest’ultimo periodo, però, si è cercato di fare chiarezza nel suo corretto utilizzo nella pratica sportiva anche se rimangono diverse scuole di pensiero che hanno approcci diversi. Un fatto però inconfutabile è che, fisiologicamente, facciamo stretching ogni volta in cui allunghiamo dei muscoli.

Lo stretching è una componente essenziale che caratterizza la preparazione atletica di moltissimi sport perché migliora la coordinazione e la conoscenza del proprio corpo, previene gli infortuni sia tendinei che muscolari e fa aumentare la propria escursione articolare.

Per capire come effettuare efficacemente lo stretching è necessario chiedersi come avviene il controllo nervoso del movimento. Esso, sostanzialmente si verifica grazie a :

  • Fusi neuromuscolari: situati parallelamente ai fasci di fibre, hanno la funzione di rilevare la lunghezze del muscolo e la sua velocità di variazione determinando il tono muscolare e individuando le fibre da reclutare, necessarie per compiere il movimento;
  • Organi tendine del Golgi: si trovano sulla giunzione tendineo-muscolare dove gli stimoli di contrazione attivano le loro fibre sensitive inviando al midollo l’informazione. In caso di contrazione eccessiva, questi organi, diminuiscono l’intensità della contrazione per evitare strappi o stiramenti;
  • I recettori articolari: informano il sistema nervoso sull’angolo articolare, sulla velocità del movimento e sulla deformazione dell’articolazione.

Ogni informazione raccolta da organi e recettori viene integrata così da formare un sistema articolato e complesso capace di garantire miglior controllo durante le attività motorie.

Esistono vari tipi di stretching, ognuno con una sua funzione:

  • Stretching statico passivo: con il muscolo rilassato mantengo la posizione per 20-30 secondo facendomi aiutare. Questo esercizio risulta vantaggioso per atleti di resistenza mentre una eccessiva flessibilità articolare e muscolare è poco funzionale per atleti che svolgono gesti brevi ma intensi perché si perde velocità nella contrazione.
  • Stretching statico attivo: è come quello passivo ma senza farsi aiutare, prevede una fase di pre-allungamento che si effettua facendo attenzione alla respirazione per poi arrivare al massimo allungamento senza mai però superare la soglia del dolore.
  • Stretching balistico: viene effettuato aggiungendo piccoli molleggi durante il mantenimento della posizione di allungamento. Questo esercizio aiuta a compiere movimenti più rapidi e potenti ma non è consigliato se non si è ben allenati in quanto c’è il rischio di produrre strappi o stiramenti.
  • Stretching dinamico: è un evoluzione dello stretching balistico ma viene effettuato più lentamente e arrivando gradualmente alla massima escursione articolare.

Negli anni numerosi studiosi hanno fatto notare che il nostro corpo si muove per catene muscolari. I muscoli sono collegati da dalle fasce e dal tessuto connettivo che, a sua volta, avvolge ogni componente del corpo. Quando anche un solo muscolo per qualche ragione si accorcia, esso provoca un’azione sull’intera catena muscolare, che disturberà inevitabilmente tutta la struttura muscolo-articolare.

Uno stretching statico attivo o passivo è consigliato sempre a fine allenamento con lo scopo di allungamento e prevenzione; quello balistico come riscaldamento per sport forti ed esplosivi, ma solo per soggetti ben allenati e quello dinamico come riscaldamento, defaticamento o come allenamento a se stante.

Fare stretching aiuta a rilassare il corpo e a preparare i muscoli allo sforzo ma può essere anche dannoso per i tessuti e le connessioni nervose.

E’ importante quindi sapere quale tipo di stretching effettuare in base alle varie attività che uno svolge e allo scopo prefissato. Sperimentate lo stretching più adatto alle vostre esigenze e riscaldatevi per essere sempre pronti ad affrontare i nostri magnifici itinerari bike!

 

 

 

Fonte: mtb-forum.it

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